Bonsai

Que otros se jacten de las paginas que han escrito; a mi me enorgullecen las que he leido
El lector - Jorge Luis Borges
“Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto”

sabato 1 dicembre 2007

Fotografando


Foto GZ_2004 L'Havana: Natzgul

Aforisma Fotografico


Foto GZ_2005 Montmartre: Windows1895

Antiqua


L’Accademia Reale delle Scienze di Francia deve la sua origine a Jean Baptiste Colbert, politico ed economista ammesso al servizio di Re Luigi XIV subito dopo la morte del suo protettore, il Cardinal Mazarino. Il 22 dicembre del 1666, Colbert ed un gruppo di saggi parigini si riunirono nella Biblioteca del Re e diedero avvio, con la benedizione dello stesso, al progetto d'istituzione dell'Accademia, che restò di fatto informale, ovvero senza statuto o regolamenti, per circa 30 anni.Il 20 gennaio 1699 Luigi XIV decise infatti di ridare nuova vita all’Accademia approvandone il suo primo Regolamento portatogli in visione dal Segretario di Stato Monsieur de Pontchartrain, regolamento presentato qualche giorno dopo all’Assemblea dell’Accademia dall’Abbé Bignon (esattamente il 4 Febbraio 1699).Il libro del quale possiedo l'edizione stampata nel 1758 (la 1° edizione risale al 1717), presenta per l’appunto la versione integrale di questo Regolamento Reale insieme a 31 elogi funebri per altrettanti scienziati dell’Accademia Reale morti negli anni successivi alla sua rifondazione (ovvero dopo il 1699).Il curatore del volume è il letterato francese Mossieur Bernard Le Bouyer de Fontanelle nato a Rouen l’11 febbraio 1657 e morto centenario a Parigi il 9 gennaio 1757 (ergo, il libro in mio possesso è stato stampato 1 anno dopo la sua morte). Figlio di un avvocato e nipote per parte di madre di Pierre Corneille (il noto drammaturgo francese), egli stesso entra a far parte dell’Accademia Reale nel 1691, diventandone il segretario perpetuo tra il 1699 ed il 1737 ed assolvendo magistralmente alle sue funzioni di biografo degli accademici via via scomparsi. Divenne membro anche dell’Academie des Inscriptions e membro onorario della Royal Society londinese, dell'Accademia di Berlino e dell'accademia degli Arcadi di Roma.
Il libro ha varcato l’oceano non so quanti anni ( secoli!) fa ed è tornato nella vecchia Europa da cui era partito, provenendo dalla città di Indianapolis (Stati Uniti) planando negli scaffali della mia libreria a Milano, l'anno scorso. Ho cercato di sapere qualcosa di più sulla storia del libro ma non sono riuscito ad ottenere ancora elementi probatori sufficienti.
Una cosa interessante va infatti detta. Nel retro di copertina è incollato un rettangolo di carta pergamena con impresso uno stemma con 2 leoni e la scritta “Le Cte D.W.”


Ho pensato di azzardare, pur non capendo nulla di araldica, il riferimento ad un conte (nella fattispecie a Le Comte De Waldstein). Il tentativo mi viene da alcune abbreviazioni trovate in rete che si riferiscono appunto al Conte De Waldstein, fra l’altro visibili anche in una lettera alla sorella, dove è possibile osservare l’uso della contrazione Comte D.W. in luogo di Comte De Waldstein (di Boemia). Ulteriore nota curiosa, che darebbe ancora maggior fascino alla storia di questo volume, nel 1785 (ovvero 27 anni dopo l'uscita in stampa del medesimo) De Waldstein assoldò come bibliotecario nel suo castello di Dux (attuale Duchcov nella Repubblica Ceca) il famoso Giacomo Casanova!!
Potrebbe stare in piedi, ma, come dicevo, non ho (ancora) le prove. Ho rintracciato in rete uno stemma dei De Waldstein, che ha qualche similitudine (i due leoni) con quello riportato nel libro.

Ma come si può osservare per il resto (disposizione dei due leoni inclusa) è molto diverso. Temo di avere bisogno di un esperto di araldica. La ricerca continua. Non dispero!

Tornando al contenuto, trovo veramente bellissimo il regolamento dell'Accademia composto da 50 articoli e firmato direttamente da Re Sole e più in basso da Louis Phelypeaux de Pontchartrain, segretario di Stato (Signé LOUIS; & plus bas, PHELYPEAUX).
Il regolamento definisce in modo preciso ad esempio che l’Accademia sarà composta da 4 classi: Les Honoraires (10 eccellenti in matematica e fisica), les Pensionnaires (20 persone tutte di Parigi, 3 per ciascuna specializzazione tra geometri, astronomi, meccanici, anatomisti, chimici, botanici più 1 segretario ed 1 tesoriere) , les Associes (sempre 20 di cui 8 potranno essere stranieri) e les Elèves (anch’essa di 20 persone).Infine come dicevo i 31 Elogi agli accademici di Francia morti dopo il 1699.
Tra di essi spiccano in particolare quelli ad alcuni nomi celebri nella scienza. Ne cito solo alcuni tra i più famosi.
1) Guillaume Francoise de L’Hopital (a me noto per il famoso teorema omonimo sul limite di funzione) cavaliere e marchese nato nel 1661 e morto nel 1704
2) Jaques Bernoulli altro famoso matematico (chi non ricorda tra i fondamenti della statistica il teorema di Bernoulli) svizzero nato nel 1654 e morto a Basilea nel 1705.
3) Gian Domenico Cassini astronomo, ingegnere e medico italiano nato a Perinaldo nel 1625 e morto a Parigi nel 1712. Insegnò a Bologna e fu direttore dell’osservatorio di Parigi dove scopri le quattro lune di Saturno.
4) Godefroy Guillaume Leibnitz scienziato tedesco nato nel 1649 a Lipsia e morto ad Hannover nel 1716. Considerato con Newton il padre del calcolo infinitesimale, di lui mi ricordo in particolare ahimè solo il famoso polinomio.

Un volume veramente bello, suggestivo e, tra l'altro, molto ben conservato!

Consigli per acquisti

....libri acquistati e letti in questo mese

Il ghostwriter
Robert Harris
Mondadori
Fantapolitica di ottimo livello.
Ci sono stati momenti in cui ho pensato a Tony Blair in un universo parallelo, a fare in qualche modo il paio con la suggestione letteraria (incentrata su Hitler) del primo libro di Harris, Fatherland, per me il vero capolavoro di questo scrittore inglese.


I fantasmi di pietra
Mauro Corona
Mondadori
Uno dei più emozionanti libri che mi sia capitato di leggere negli ultimi anni (sarà che invecchiando si diventa più vulnerabili e sensibili). Una nostalgica passeggiata per le vie del paese natio, Erto del Vajont, un villaggio semiabbandonato, le case in rovina, la malinconia dei ricordi, il ciclo delle stagioni, la vita, le gioie, i dolori, gli incontri con i fantasmi che riemergono dal suo passato. Mauro Corona ha uno strano modo di scrivere, indefinibile. Ma certamente sa toccare le corde dell’animo umano in modo sublime. E’ un grande.


Blog generation
Giuseppe Granieri
Laterza
Piacevole la lettura di questo piccolo saggio su uno dei fenomeni sociali più rilevanti dell’era tecnologica: la blogosfera come rete globale di piccoli mondi individuali. Il titolo è un po’ misleading. La generation cui si riferisce non è di tipo anagrafico in quanto il fenomeno blog è certamente multigenerazionale, dai teenager ai nonni di questi.

Bonsai

"…la mandorla del ciliegio disposta in tronchi da metro, con la faccia rivolta a ponente per stagionare meglio. I legni, per diventare buoni, devono guardare il tramonto, “verso dove finisce la strada” diceva mio nonno. Solo così risultano migliori, meno tenaci, meno aggressivi. La consapevolezza della fine toglie loro irruenza e resistenza. Anche l’uomo se pensa al tramonto diventa migliore."

"Tutto è perfetto in lui. I rami, anziché aggredirlo ricamano il cielo, il corpo non si oppone, si lascia toccare. Equilibrio e armonia si tengono per mano in quell’albero umile e intelligente. Al contrario del faggio, il frassino si lasciava scalare dai bambini. Concedeva il piacere della cima, non voleva vantare primati di inaccessibilità. E’ valore dei buoni non sottrarre ma concedere."

"C’è voluto tempo per ascoltare la voce delle case abbandonate, raccogliere il grido silenzioso dei fantasmi di pietra che chiedono aiuto. Raccontano storie, le vecchie case. Se il viandante ha la pazienza di fermarsi un istante, potrà sentire storie a ogni passo. Storie di fatica, dolore, morte. Alcune anche liete, ma sono rare. Storie di un microcosmo scomparso. Storie nostre, uguali a quelle del mondo, dove, nonostante tutto, la speranza continua a cantare come il cuculo a primavera."
Mauro Corona da "I fantasmi di pietra"

giovedì 1 novembre 2007

Consigli per acquisti

Mondo senza fine
Ken Follet
Mondadori
Bello.......anche se quasi certamente non leggerò l'originale in inglese come invece non potei evitare di fare per "Pillars of the earth".

W.
Jennifer Lee Carrel
Rizzoli editore
Stupendo e appassionante intrigo shakespeariano. Coinvolgente!

Il presidente
Georges Simenon
Adelphi
Splendido ritratto degli ultimi momenti di vita di un grande uomo di stato (qualcuno dice trattarsi di Clemenceau).Vero!

Antiqua


L’esemplare in mio possesso è stato stampato nel 1790 ovvero un anno dopo la presa della Bastiglia, in piena Rivoluzione Francese, da Chez Moutard, lo stampatore della Regina Maria Antonietta e del Re Luigi XVI nella stamperia insediata provvisoriamente presso l’Hotel de Cluny nell’antica Rue des Mathurins, ora Rue du Sommerard, una vecchia via del quartiere Latino nel cuore di Parigi non lontano da NotreDame.E’ il secondo tomo di tre, il primo sulla scultura, sulla fusione ed il trattamento dei metalli, il secondo sulla pittura e sulla preparazione colori, il terzo sulla lavorazione e sull’intarsio di legno, ebano, avorio.Il tomo in mio possesso, quello sulla pittura, è effettivamente un prezioso scrigno di segreti che ci vengono dal medioevo fino al rinascimento seguendo le scuole della grande pittura e l’arte della preparazione dei colori. Ad esempio è interessante leggere di 16 modi diversi di preparare il blu di prussia oppure scoprire l’esistenza di 13 tipi diversi di nero, dal nero di Germania, al nero fumo, dal nero carbone al nero di Spagna, dal nero d’avorio al nero bluastro etc etc.Credo proprio che un pittore in vena di sperimentazioni lo troverebbe uno strumento decisamente prezioso.Il fascino di questo libro sta però anche e forse soprattutto nel fatto di essere un figlio della Rivoluzione Francese, probabilmente passato nelle mani di giacobini, di girondini o di montagnardi, o magari, all'opposto, della stessa regina o del re (visto chi era lo stampatore), messo in vendita da qualche libraio parigino negli stessi giorni in cui Parigi e la Francia tutta erano in un fermento senza precedenti. Una Francia di 28 milioni di abitanti dei quali quasi 5 milioni artigiani, professionisti, commercianti, borghesi, dove un operaio specializzato guadagnava 35 soldi al giorno lavorando dalle 10 alle 14 ore per comprarsi mezzo chilo di pane con 2 soldi o 1 litro di vino per 5 soldi.In quell’anno viene pubblicato un altro libro famoso, il Libro Rosso, con la lista dettagliata delle spese della corte di Luigi XVI (la casta di allora). Curiosità, le spese personali del re e della regina ammontavano a 11,5 milioni di Lire (1 Lira equivaleva a 20 soldi) contro le 450 Lire che un operaio specializzato guadagnava in un anno.Sempre nel 1790, per la precisione il 21 gennaio di quell’anno, il Dott. Guillotin propone di adottare per tutti i condannati a morte la decapitazione mediante una macchina che stava per mettere a punto. Quella macchina (la ghigliottina) verrà utilizzata due anni dopo per decapitare Maria Antonietta e Luigi XVI.Il 1790 vede infine Marat (anch’egli morirà assassinato due anni dopo) molto attivo con scritti di varia natura aventi tutti il fine ultimo di istigare alla rivolta. Escono in quell’anno numerose sue pubblicazioni tra le quali “La denuncia contro Necker” (ministro del Re) , “Il progetto di confederazione patriottica di tutto il regno”, il “Junius Francaise”, “L’infernale progetto dei nemici della rivoluzione” ed infine “C’en est fait de nous” dove Marat chiede l’esecuzione di ca 600 aristocratici per salvare la rivoluzione.Anche questo libro arriva a casa mia da un antiquario svizzero della cittadina di Lucerna con l’aiuto del quale sto cercando di trovare i due volumi, il 1° ed il 3°, che mi mancano e che mi consentirebbero di completare l’opera.

Aforisma Fotografico


Foto GZ_2004 Cuba: Che vergogna!

Fotografando


Foto GZ_2005 Paris: Corvus Gallicus

Bonsai

"Ci sono più cose tra cielo e terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia"
William Shakespeare, Amleto - Atto I, Scena 5

lunedì 1 ottobre 2007

Consigli per acquisti

La Metamorfosi
Franz Kafka
Oscar Mondadori
Kafkiano.

Wikinomics
Don Tapscott & Anthony D.Williams
Rizzoli editore
L'economia del terzo millenio.

Leggere
Corrado Augias
Mondadori
.....leggere, leggere!

Antiqua




Il David Copperfield di Dickens è uno dei più bei libri che credo di aver mai letto in vita mia. Ai ricordi da bambino legati al libro stesso, si sovrappongono quelli dello sceneggiato televisivo (in bianco e nero) prodotto da mamma Rai, di cui non ricordo regista, sceneggiatore, attori, ma ricordo solo che nel guardarlo mi rendevo conto di quanto i personaggi/attori andassero collimando in modo pressochè perfetto con quelli che qualche tempo prima mi ero immaginato con la fantasia leggendo il libro.Devo dire che raramente mi è successo in seguito la stessa cosa con altri libri/film; in genere i film visti dopo aver letto il libro sono immancabilmente una delusione.Ancora oggi, se incontro una persona un pò viscida, untuosetta, con un non so chè di luce malvagia negli occhi, riaffiora nitidissima alla mente la figura di Huria Heep, sia quella che mi ero immaginato leggendo il libro sia l'attore (non ricordo chi fosse) che aveva impersonato Huria nello sceneggiato.Sarà forse anche per questo, e non solo per la loro stupenda musica, che qualche anno dopo mi sono comprato tutti gli LP di un gruppo rock "progressive" tra i miei preferiti, appunto gli Huria Heep.In ogni caso, quando ho visto questa edizione stampata nel 1872 da Harper&Brothers di NewYork, non ho potuto fare a meno di comprarla.Mi arriva da oltre Oceano, da un piccolo villaggio di nome Ghent (contea di Columbia), 127 miglia a nord di NewYork City. Ho cercato qualche informazione su Ghent, non ho trovato molto, tranne una cosa interessante, ovvero la seguente classificazione dei suoi 3106 abitanti:Males: 1,533 (49.4%)Females: 1,573 (50.6%)White population: 3,011Black population: 33American Indian population: 9Asian population: 13Native Hawaiian and Other Pacific Islander population: 0Some other race population: 14Two or more races population: 26Tornando al volume, la cosa bella è che in questa edizione viene riportato un ritratto di Charles Dickens con la sua firma autografa risalente a due anni prima della stampa del libro, ovvero al 1870 (scritto in chiaro sotto la firma), l'anno della morte di Dickens stesso.Meravigliose le 61 illustrazioni di F.Barnard tra le quali una mi ha ovviamente colpito, quella in cui Huria Heep (somiglianza estrema!......vedi di seguito) viene bacchettato da Mr Micawber in presenza di David.




Aforisma Fotografico


Foto GZ_2005 Arcipelago della Maddalena: Tintarella

Fotografando


Foto GZ_2007 Sicilia Etna: Poco prima

Bonsai

"Non esistono forse giorni della nostra infanzia che abbiamo vissuto intensamente quanto quelli che crediamo di aver perduto senza viverli, i giorni trascorsi in compagnia di un libro molto caro."
Marcel Proust

sabato 1 settembre 2007

Consigli per acquisti

Endurance
Alfred Lansing
Edizioni TEA
Semplicemente meraviglioso!


Gnosi delle Fànfole
Fosco Maraini
BaldiniCastoldi Dalai
Stupende poesie metasemantiche. Di seguito un irresistibile esempio di sound, solo un piccolo assaggio, il resto....è da leggere.


Il giorno ad urlapicchio
Ci son dei giorni smègi e lombidiosi
col cielo dagro e un fònzero gongruto
ci son meriggi gnàlidi e budriosi
che plògidan sul mondo infrangelluto,
ma oggi è un giorno a zìmpagi e zirlecchi
un giorno tutto gnacchi e timparlini,
le nuvole buzzìllano, i bernecchi
ludèrchiano coi fèrnagi tra i pini;
è un giorno per le vànvere,un festicchio
un giorno carmidioso e prodigiero,
è il giorno a cantilegi, ad urlapicchio
in cui mi hai detto "t'amo per davvero".


Everybody's talking
Massimo Cotto
Aliberti editore
50 interviste a leggende del rock


NEXT
Michael Crichton
Garzanti
Romanzo futurista...o no?

Antiqua



E’ il libro più antico entrato a far parte della mia collezione. Risulta essere uscito fresco di stampa dalla Officina Typographica Joannis Mathiae Hovii (o Hoviorum) di Liegi (Leodii) in Belgio nel lontano 1655 “sub signo paradisii terrestris” che è un bell’auspicio per l’uscita di un libro!Non so se fosse una formula ricorrente. L’ho ritrovata in qualche altro libro di questo stampatore anche nella variante “ad insigne Paradisi Terrestris”C’è una interessante annotazione a mano sotto il titolo. Si legge abbastanza chiaramente “Bibliotheck pauperum Herbipoli - 1657”. Ho fatto qualche verifica e questo è il risultato. Il libro è quasi certamente stato acquistato, o comunque è arrivato molto presto (nel 1657 ovvero due anni dopo la stampa) nella Biblioteca universitaria della città tedesca di Würzburg (il cui nome latino è appunto Herbipoli”) sede di una prestigiosa antica università fondata nel 1402. Wurzburg è una storica cittadina della Baviera rifiorita ad opera dei principali architetti del barocco italiano del 600 e 700 (bellissima la Residenz edificio barocco con dipinti famosi del Tiepolo). E' la città terminale del più famoso itinerario turistico tedesco la cosidetta "Romantische Strasse" (strada romantica) lungo 341 Km. che parte da Fussen cittadina delle Alpi bavaresi e tocca Augusta, Rothenburg, e altre località della cosiddetta Svevia bavarese e raggiunge Wurzburg.Il titolo del libro è “Vita Reverendi Patris Vincentii Carafae” è cioè la biografia in Latino di Vincenzo Carafa (1585-1649) un padre gesuita figlio dei duchi Fabrizio e Maria Maddalena, la cui causa di beatificazione è stata avviata a Roma il 18 marzo 1693 e si trova ferma sepolta finita nel dimenticatoio da qualche parte in Vaticano ancora oggi.Il libro è bellissimo, conserva ancora i fermagli di chiusura in pelle di cinghiale ed una splendida copertina in budello con stampe in rilievo.Dal 1657 al 2007 ovvero a quando è entrato a casa mia provenendo da una bottega antiquaria di Lucerna nella Svizzera tedesca di tempo ne è passato, ben 350 anni!! Chissà in quali altre mani, in quali piccoli villaggi o grandi città. Dalle mie indagini credo di poter dire che non ne devono esistere molte copie in giro per il mondo. Una per certo l’ho rintracciata all’università spagnola di Navarra (rigorosamente consultabile solo nella biblioteca dell’università).Non so se mai mi cimenterò in un tentativo di comprensione oltre le pagine di introduzione (il mio latino è molto arrugginito). Ma che importa! In questo caso il contenuto mi interessava molto meno del contenitore!

Aforisma Fotografico


Foto GZ_2005 (*) Paris: Solo un inglese poteva pensarci

(*) E' una mia foto di una foto esposta al Musée de l'Armeé scattatanon so da chi (comunque da un grande)

Fotografando


Foto GZ_2007 Siracusa Piazza Duomo: Barocco

Bonsai

"Molti sono convinti che sia sbagliato pensare alla vita come a un gioco. Io non sono d'accordo. Per me la vita è un grande gioco di squadra che va condotto seguendo le regole dell'equità e della giustizia, e in cui l'obiettivo principale non è la vittoria in sè, ma vincere con onore e nella maniera più pulita. Per arrivarci ci vogliono alcune qualità. Una è la lealtà. Poi c'è la disciplina. E l'altruismo, il coraggio, anche. Una certa dose di ottimismo non guasta. L'intelligenza, certo. E, per finire, la compassione e il cameratismo"
Ernest Henry Shackleton

mercoledì 1 agosto 2007

Consigli per acquisti

Il dragone e l'elefante
di D.Smith
Ed.Sole24ore 2007
Inquadramento in una prospettiva storica prima ancora che economica di questo incredibile fenomeno del XXI che è il continente Cindia (Cina e India)

Antiqua


Il secondo libro di questa rubrica è un pò più recente, è stato stampato nel 1878. L'ho comprato perchè ero troppo curioso di capire perchè mai il canadese che me lo ha venduto (non do il nome per rispetto della privacy) avesse avuto voglia di leggere o perlomeno di possedere un libro come questo. Poi, quando ho visto l'indirizzo della casa in cui si trovava (Boulevard du Lac, Deux Montagnes, Quebec) ho capito tutto.La prima edizione di questa versione in lingua inglese de “I Promessi Sposi” risale al 1844 ovvero con Don Lisander ancora vivo e vegeto, in piena attività e quindi in grado di apprezzare e commentare il risultato ottenuto. L’edizione in mio possesso è invece stata stampata appunto nel 1878 ovvero 5 anni dopo la morte di Alessandro Manzoni.Dalle due pagine di introduzione che leggo, si evince chiaramente il fatto che in quell’anno, nel 1878, le traduzioni circolanti in lingua inglese erano ancora solo e soltanto due. Una, quella in mio possesso, dell’editore Gerge Bell&Sons, l’altra, della quale non ho elementi particolari se non quelli che posso desumere per differenza da un paio di indizi.1) Il commento effettuato nell’introduzione del romanzo dal traduttore dell’opera in mio possesso:“….the English reader is here, for the first time, presented with a translation of the whole, unmutilated work of Manzoni; whereas the only other book in English, professing to be a translation of it, omits and alters, ad libitum, or rather with just so much of method as to bring down its high religious and moral tone more nearly to the level of common tastes”.2) Il teaser con cui l’editore londinese George Bell&Sons di York Street, Covent Garden, presenta l’opera di cui possiedo copia:Manzoni (Alessandro)The Betrothed (I Promessi Sposi)The only complete English translation. With numerous woodcut.E a questo punto non ho saputo resistere. Non avrei mai immaginato di poter leggere un giorno I promessi sposi di Alessandro Manzoni in un inglese piano, tutto sommato semplice, dell'800.Confesso che invece di "Quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti........" poter leggere "That branch of the lake of Como which extends toward the south, is enclosed by two unbroken chains of mountains........" mi ha provocato non pochi brividi.Confesso anche di non averlo ancora finito (anche se è a casa mia da almeno un anno e mezzo!!)"Along one of these narrow lanes, in the evening of the 7th of November, in the year 1628, Don Abbondio, curate of one of the towns alluded above, was leisurely returning home from a walk.........."Sublime!Impossibile sbagliarsi! Il canadese lacustre del Quebec lo ha comprato perchè il libro cominciava con una accattivante frase su un certo lago nella lontana Italia, nel lontano '600. Ed in più parlava di deux montagnes"……reclines upon the roots of two contiguous mountains, one named San Martino, the other, in the Lombard dialect, il Resegone, because of its many peaks seen in profile……."Curiosa assonanza!Una volta capito che forse lago e montagne erano si importanti, ma che la storia era in realtà un pò più complicata, ha pensato bene, per mia fortuna, di rimetterlo in vendita.Strani i destini dell'arte!Chissà cosa penserebbe Don Lisander!

Aforisma Fotografico


Foto GZ_2004 Cuba: Very Important Horse

Fotografando


Foto GZ_2005 Paris: Solitudo

Bonsai

"La Via Lattea è un piccolo frammento del mondo visibile; di questo piccolo frammento il Sistema Solare è una parte infinitesimale, di cui il nostro pianeta è un punto microscopico. Su questo punto si aggirano per qualche anno dei minuscoli grumi di carbonio impuro e acqua, dalla struttura complicata, con qualità fisiche e chimiche piuttosto strane, che poi tornano a dissolversi negli elementi di cui sono composti."
Bertrand Russell

domenica 1 luglio 2007

Lettere unplugged

Questa volta la prima parte di una lettera, ometto la seconda che era semplicemente una legalese ipotesi di citazione per danni, che ho inviato a Codacons a seguito di uno spiacevole episodio di cui sono stato vittima nel lontano 2002. Unplugged!! ....nel senso di senza esito!Milano, 19 giugno 2002Spett.le CodaconsVorrei denunciare un episodio a mio giudizio di inciviltà in un affare di new economy. Ancora una volta al progresso tecnologico continua ad accompagnarsi purtroppo la grettezza delle umane cose. Un fenomeno tecnicamente impressionante come il cablaggio di un'intera metropoli naufraga miseramente nella scarsa lungimiranza di operatori del settore, nell’atteggiamento da burocrate di un amministratore di condominio, in beghe da quattro soldi tra condomini che, udite udite, si danneggiano l’un l’altro per un banale problema di 100 denari (euro) di energia elettrica.La new economy ed i suoi profeti che cascano su un affair da poveri cristi, scatenando una guerra, per l’appunto, tra poveri!Vengo alla storia. Ho stipulato un contratto con l'azienda X per poter usufruire di voce, internet banda larga, TV on demand ed ho chiesto alla medesima azienda di supportare l’annullamento del contratto pregresso con Telecom Italia ed il “trasporto” del mio precedente numero telefonico da Telecom ad X.Quando si stipula un contratto di questo tipo, soprattutto se con una azienda di tutto rispetto come X (quotata in borsa, risultati in crescita, 158 milioni di Euro di ricavi nel 2001 etc.) ci si sente tutelati e non passa nemmeno per l’anticamera del cervello (povero ingenuo, sic!) che l’azienda in questione possa non adempiere a qualche obbligo contrattuale.Ebbene, sembra proprio che invece sia andata così, quantomeno a detta dell’amministratore del mio condominio!!X avrebbe installato uno switch (l’apparato che collega il condominio alla rete telematica) alimentandolo attraverso il contatore generale del condominio stesso che si vedrebbe così abusivamente caricato di circa 100 Euro/anno, tale sarebbe il costo di assorbimento di energia elettrica di un apparato di questa natura, secondo quanto riferitomi da X stessa.Profondamente sbagliato!!X non avrebbe mai dovuto commettere un errore così grossolano. Possiamo immaginare quanti e quali permessi deve aver chiesto ed ottenuto da comuni, regioni, stato per sventrare le città e per far passare la fibra ottica. Un accordo preventivo con il condominio, attraverso il suo amministratore, vista tra l’altro la pochezza del conquibus, sarebbe stato veramente una banalità nel mare magnum della burocrazia necessaria.E invece no. X probabilmente ci prova! Errore assurdo, grossolano ed inqualificabile. Incredibile ma vero!Un attacco frontale alla burocrazia.E quando la burocrazia è minacciata o vilipesa, i burocrati insorgono E PERDONO LA TESTA!Ecco infatti intervenire a questo punto l’amministratore del mio condominio (d’ora in poi, il burocrate), probabilmente a seguito di indicazioni ricevute da qualche condomino.Il burocrate decide unilateralmente di togliere l’alimentazione elettrica allo switch di X privando in tal modo me ed alcuni altri malcapitati clienti di X di telefono, Internet, TV on demand. Non ho più nemmeno la cara vecchia SIP!Risultato:Nel villaggio globale, nella metropoli cablata, nell’era di Internet, alla fine MI RITROVO PERDUTAMENTE ISOLATO e rimango tale per ben 15 giorni!

Consigli per acquisti

La casta
di S.Rizzo e G.Stella
Ed.Rizzoli 2007

Antiqua


Un discorso pratico riguardante la morte
Il primo libro di questa rubrica è del 1723, scritto in un inglese aulico, formalmente elegante, tremendamente complesso per uno non madrelingua, da W.Sherlock ultimo decano della Cattedrale londinese di St Paul. Ne possiedo una copia per l'appunto stampata in quell'anno (la 18ma edizione) che nel suo ultimo, per ora, salto cultural-geografico si è spostata l'anno scorso dagli scaffali di un libraio dell'Hampshire, contea sulla costa meridionale dell'Inghilterra a casa mia a Milano. L'idea di ripescare per primo tra i miei libri antichi questo volume mi è venuta vedendo qualche giorno fà in libreria un piccolo saggio pubblicato lo scorso anno dal titolo"Mors. Finis an transitus?".A cura del Centro Studi "La permanenza del classico", Bologna (FuoriThema - LibriArena) 2006, 224 pp., RICERCHE 10.Una lunga riflessione sulla morte attraverso il pensiero antico. Alla domanda "cos'è la morte?", Seneca risponde "aut finis aut transitus", codificando due concezioni contrapposte: quella materialistica, per cui la morte è finis, e quella spiritualistica, per cui la morte è transitus. Contribuiscono a questo breve saggio un buon numero di storici, grecisti, latinisti e filosofi Anna Bonaiuto, Gian Carlo Dettori, Maurizio Donadoni, Lino Guanciale, Sandro Lombardi, Franca Nuti, Galatea Ranzi, Simone Toni, Massimo Cacciari, Ivano Dionigi, Alberto Malliani, Gianfranco Ravasi, Silvia Vegetti Finzi. Chicca finale la partecipazione dell’autore-attore Alessandro Bergonzoni a sottolineare le molteplici possibilità del dialogo tra antico e presente. Ne riporto qui di seguito un brano in quanto Alessandro Bergonzoni, che considero personalmente un poeta eccelso (non perchè scriva poesie, ma perchè sa usare le parole in profondità), in mezzo a tanta classicità riesce a dare una visione contemporanea della morte, sdrammatizzandola con la sua vis comica eccezionale."Di dalla e per. Morire dalla voglia, d’invidia, di noia, di vecchiaie, d’infarti, dalla fame, dal sonno, dalla paura, dalla rabbia, di inedia, per errore, per colpa, per distrazione, per eccesso... Morire non è il contrario di vivere e nemmeno di nascere, forse solo il contrario di non morire? A morire è la nascita? E la nascita è la morte della morte? Morire non è finire, molti, muoiono, ma non han finito, altri nemmeno cominciato... Però si può cominciare a morire, si può finir di morire? Un bambino che ha un mese di vita ha a disposizione gli ultimi trenta giorni? (Se è febbraio ventotto?) Un ottantenne che ha due mesi di vita ha un carattere da neonato o se ne andrà tra sessanta giorni? (Sessantuno se si tratta di marzo ed aprile?) Chi lo dice? E dice la verità? Quale verità? La sua, quella della scienza quella dell’anima? Cosa muore? La vita di chi deve morire o la presenza sua per quelli che restano? Eroe colui che muore in bravura, in sacrificio, in ottemperanza al posto di? Il termine morte è solo un termine o il termine di qualcosa che siccome non si conosce si suppone finisca? La morte è cerebrale, apparente, presunta, accidentale, prematura, casuale violenta lenta bella buona? Con la morte muoiono quindi anche i suoi aggettivi, o l’accompagnano soltanto, e loro tornano indietro e s’abbinano ad altro? Se tornano, quegli aggettivi, devono essere considerati resuscitati o solo rientrati? E il punto interrogativo di una morte dove va? Come si sente dopo? E le parole, muoiono? Cambiare è morire qualcosa? Mutare è zittire o diversificare? (desertificare è estirpare o solo non ripiantare, farla finita, piantarla?) Piantarla con la vita deriva da pianto o dal suo femminile appunto, pianta... (compiangere o compiantare?) “Lame moria” tagliano la vita, s’affondano nella morte, Caronte è un arrotino? La morte di un ricordo è una doppia morte, un “saldo” nel vuoto, chiusura di un passato prefuturo o ex presente? Un conto è il conto, la somma di più vite, il pagamento pedaggeo? (Me la paghi: muori? Moriremo perché ce l’han fatta pagare?) Barare significa fingere fin dentro la tomba? Prendersi gioco della vita o della morte? La morte è fine o grossolana? La morte e basta, o è un basta?....................................."
Alessandro Bergonzoni

Del libro di Sherlock voglio riportare l'incipit e se riesco anche una poesia introduttiva all'argomento dedicata a Sherlock ed inserita nella prefazione. Cercherò di farne una traduzione anche se il compito, per un non linguista, si presenta di una difficoltà estrema. Al di là dell'argomento alquanto strano ed insolito, considero l'esercizio che mi appresto a fare un puro divertimento intellettuale, un gioco (vorrei evitare infatti di pagare diritti d'autore!). Chiaramente errori ed omissioni nella traduzione dovranne essere a me e solo a me imputati. Spero che il povero decano Sherlock della cattedrale londinese di Saint Paul non stia già cominciando a rivoltarsi nella tomba.
Milano 07/07/2007


Ai rispettabili
Giudici dell’Alta Corte
ed ai Membri delle due Onorabili Società del Tempio
Miei onorati amici
una ragione che mi spinge a pubblicare questo semplice discorso è perché non potendo ora più predicare, come feci in passato, non ho altri modi per sdebitarmi con Voi se non facendo stampare le prediche che un tempo feci dal pulpito.Una parte di questo discorso l’avete già sentita, e dovreste sentire il resto così che io possa godere ancora la stessa sensazione di Libertà; che Dio me la restituisca ancora quando lo riterrà opportuno; altrimenti, sia fatta la sua Volontà. E la sola ragione di questa dedica è quella di ringraziarVi pubblicamente e con gratitudine (prima che sia da voi costretto, ciò che mi causerebbe infelicità) del Vostro grande rispetto nei miei confronti e dei molti specifici favori alla mia persona, tanto generosi e spontanei, ricevuti senza mai dover chiedere esplicitamente nulla. In particolare il benvenuto che mi avete dato quando arrivai per la prima volta, il dono di una casa, che va ben oltre il vantaggio ed il piacere di avere una meravigliosa abitazione, ma che ha a che fare, cosa che per me vale ancor di più, con l’opportunità che questa casa mi ha offerto di potermi intrattenere a conversare con Voi. Sebbene non sia in grado di rendervi altro di meglio se non i miei ringraziamenti, spero che il grande Maestro che io servo farà qualcosa per Voi in vece mia. E che Dio rinnovi tutte le benedizioni temporali e spirituali su di voi, ora e sempre, con una sincera e devota preghiera
Gentiluomini,
il vostro obbligato e umile servo
W.Sherlock

Aforisma Fotografico


Foto GZ_2005 Ticino: Overprotected

Fotografando


Foto GZ_2001 NewYork: Cambiando prospettiva

Bonsai

"Liber: pellicola situata tra la corteccia e il legno, tra il cortex e il lignum, tra il pensiero esposto e l'intimità nodosa, interfaccia del fuori e del dentro"
Jean Luc Nancy

"Cosa ho da dire? So che ricordare quanto altri hanno scritto è anche onorare. Forse so che onorare è la breve immortalità che possiamo elargire, quella stessa cui vorremmo accedere. Cosa ho da dire?"
Alberto Malliani

venerdì 15 giugno 2007

Lettere unplugged

Quella che segue è una lettera che ho scritto qualche tempo fa alla rivista RollingStone a seguito dell'uscita, con la rivista stessa, di un libro molto bello, con elenco, copertina, tracce e retroscena di una chart denominata Top500 ovvero la lista dei migliori 500 LP del Rock di tutti i tempi redatta da una "giuria di qualità" selezionata dalla redazione della rivista.UNPLUGGED e mai pubblicata.01/07/07Hey honeyva bene che solo a nominare la parola “progressive” a molti rockettari della prima ora (quelli dell’ultima al massimo possono pensare che progressive sia semplicemente l’opposto di regressive) viene un attacco di orticaria. Se poi sono rockettari americani, come per lo più quelli che hanno concepito questa Top500, all’orticaria si aggiungono conati di vomito ed altro fluidificare innominabile… Passi che lo “sconosciuto” Octopus dei Gentle Giant sia un LP troppo raffinato per aspirare a finire in una Top500 in cui compaiono le Go Go’s (al 109°) o le NewYork Dolls (al 211°). Passi che Trilogy (ELP), Selling England (Genesis) e Close to the edge (Yes), musica eccelsa per pochi eletti, sia stata prodotta da gruppi che devono espiare chissà quali peccati di gioventù, visto che sono costantemente e pedissequamente ignorati dalla “grande” critica musicale contemporanea. Ma che nella lista dei Top500 non compaiano LP come “In the Court of the Crimson King” (King Crimson) o “Pawn Heart” (Van der Graaf Generator) mi sembra una bestemmia al cospetto di Dio!!...oltre che un patente falso storico. Questa è musica che ha originato un filone tanto fertile quanto ignorato della storia del rock!! Sembra quasi perdersi nell’oblio un intero decennio, gli anni settanta, forse perché non “favoloso”, come i ’60, magari perché “di piombo” e quindi da dimenticare velocemente!!?? Che ai giovanottoni americani tutto muscoli e poca zucca non andasse di pensare mentre ascoltavano o suonavano musica, passi. Ma che nella cara vecchia intellettualoide Europa, si sia fatto di tutto per cacciare nel dimenticatoio virtuosi della tastiera (ecco forse il peccato originale) come Rick Wakeman (Yes) e Keith Emerson (ELP), o artisti eclettici come Peter Hammill (Van der Graaf), Jan Anderson (Jethro Tull) e Christian Vander (Magma) o leaders incontrovertibili come Robert Fripp (King Crimson) o Peter Gabriel (Genesis) è altrettanto incontrovertibile e desolantemente desolante. C‘è una cosa su cui non ho dubbi. I “grandi elettori” della Top500, al momento del voto erano fumati come iene ridens!! Mentre nella lista da loro compilata ci sono personaggi come "No Doubt ( !!), Linda Ronstadt ( !!), Pavement ( !!) etc etc" tutti quanti con addirittura non uno ma due LP, all’appello mancano del tutto “piccoli nomi sconosciuti” come "Deep Purple, Uriah Heep, Joan Baez, Woody Guthrie, Leonard Cohen, John Lee Hooker, Tim Buckley, Nick Cave, Ry Cooder etc etc" e mi fermo perchè probabilmente siete già schiattati. E questi, cari miei, non sono “progressive”!!Non mi aspetto di essere pubblicato, né mi aspetto risposte……anche perché non riesco, pur sforzandomi, ad immaginarne di sensate. E’ solo lo sfogo di un vecchio rockettaro che continua a leggervi sperando che qualcuno li dentro prima o poi si ricreda e faccia risorgere ciò che è ormai sepolto sotto la nera impenetrabile patina del tempo.But please…take a walk on the wild side! CiaoPS. Ahimè, non si sono dati molto da fare nel.....togliere la patina! Non credo ci siano legami causa effetto (non sono così presuntuoso!), ma ormai sono parecchi mesi che la versione italiana della rivista RollingStone non è più in edicola!

Consigli per acquisti

(fanculopensiero)
di Maksim Cristan
Ed.Feltrinelli 2007
Folgorante.
http://www.fanculopensiero.it/

Aforisma Fotografico


Foto GZ_2004 Cuba: Anche gli uccellini nel loro piccolo si incazzano

Fotografando


Foto GZ_2005 Siena: La ragazza dall'orecchino di perla

Bonsai

"Non mi preoccupo molto se mi dimentico di tirarmi su la cerniera dei pantaloni, sarò invece veramente preoccupato il giorno in cui mi dimenticherò di tirarmela giù"

Paul Erdos