Bonsai

Que otros se jacten de las paginas que han escrito; a mi me enorgullecen las que he leido
El lector - Jorge Luis Borges
“Che altri si vantino delle pagine che hanno scritto; io sono orgoglioso di quelle che ho letto”

venerdì 4 marzo 2011

La strada


GZ2006 Siena: On the road

Livido graffito
sulla grande pianura,
oltre il primo colle brunito
esile ruga contorta
sull’antico volto perduto
dalla malinconia del tempo.

Fotografando


GZ2009 Villa Balbianello: Di sasso!

Alle cinque della sera

La poesia non è un'espressione... È il tempo di notte, dormire nel letto, pensiero di quello che realmente pensi, rendere il mondo privato pubblico, ed è questo che il poeta fa (Allen Ginsberg)


Pablo Neruda



Silencio
Yo que crecí dentro de un árbol
tendría mucho que decir,
pero aprendí tanto silencio
que tengo mucho que callar
y eso se conoce creciendo
sin otro goce que crecer,
sin más pasión que la substancia,
sin más acción que la inocencia,
y por dentro el tiempo dorado
hasta que la altura lo llama
para convertirlo en naranja.

Silenzio
Io che crebbi dentro un albero
avrei molte cose da dire,
ma appresi tanto silenzio
che ho molto da tacere:
questo si conosce crescendo
senz’altro godimento che crescere,
senz’altra passione che la sostanza,
senz’altra azione che l’innocenza,
e dentro il tempo dorato,
finché l’altezza lo chiama
per convertirlo in arancia

Consigli per gli acquisti

La Cupola del Brunelleschi di Ross King BUR Rizzoli “I funerali si svolsero in Santa Maria del Fiore. Circondato da candele e avvolto in mussola bianca. Filippo riposava al di sotto del grande volta che egli aveva finito di costruire dieci anni prima. Migliaia di persone sfilarono davanti alla sua bara, inclusi i responsabili dell’Opera, i consoli della Lana, i muratori e tutte le maestranze della cattedrale. Poi le candele furono spente e il corpo trasportato temporaneamente nel campanile….” Filippo, detto Pippo, era lui, il grande uomo d’ingegno che in vita e in morte fece così parlare di se, sostenitori e detrattori. “Corpus magni ingenii viri Philippi Brunelleschi fiorentini” Semplice la lapide, quanto semplice seppur grandiosa e magnifica la più alta delle opere da lui realizzate, la maestosa cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore in Firenze, una delle più grandi creazioni che mente e mano dell’uomo abbia potuto esprimere nel corso dei millenni. E’ la storia dell’idea, della tormentata nascita, della difficoltà di esecuzione, dell’ingegnosità e della pervicacia di un uomo, del suo trionfo. Nei 150 anni necessari alla costruzione della stupenda cattedrale di Firenze si incastona così il gioiello più prezioso, costato fatica, sudore, frustrazione ma anche gioia, soddisfazione, orgoglio. Una storia del nostro rinascimento più luminoso. Storia di grandi uomini ma anche di gente comune. Un saggio, questo dell’anglo canadese Ross King, che si legge d’un fiato, che incanta per la dovizia di particolari, di curiosità, di pennellate di vita quotidiana così come di fatti ed avvenimenti che hanno segnato la nostra storia, quella grande, quella che ci ha visti per due secoli il vero ombelico del mondo.